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IL BURNOUT (O STRESS CRONICO SUL LAVORO) MODIFICA IL CERVELLO?


Se pensate che ci si possa sottoporre ad uno stress continuativo e a lungo termine nell’ambiente lavorativo senza riportare conseguenze, ripensateci. 

Una recente ricerca scientifica mette in luce alcune gravi conseguenze neurologiche del burnout, ossia dello stato di stress cronico sviluppato in ambito lavorativo che porta ad esaurimento dell’energia mentale e a sentimenti di inefficacia

Secondo lo studio, condotto da Armita Golkar, Ph.D. (Dottorato di Ricerca) presso il Karolinska Institute di Svezia e citato dalla Association for Psychological Science, il burnout modifica i circuiti neurali nel cervello e compromette la capacità delle persone di far fronte alle situazioni stressanti.

In altre parole, si tratta di un circolo vizioso: più stressati si è, più è difficile affrontare nuovi fattori di stress in futuro. 

Per lo studio, i ricercatori hanno reclutato 40 partecipanti con sintomi di burnout diagnosticati. Tutti i soggetti hanno attribuito la loro condizione ad un prolungato stress lavoro-correlato: essi infatti avevano lavorato dalle 60 alle 70 ore a settimana continuativamente e nel corso di diversi anni. 

I ricercatori hanno anche reclutato 70 partecipanti sani che non avevano mai sofferto di stress cronico per fungere da gruppo di controllo. 

Tutti i soggetti hanno eseguito un compito di regolazione emozionale: hanno guardato delle immagini neutre e delle immagini negative ed è stato chiesto loro di sopprimere o intensificare o mantenere la propria risposta emotiva

Mentre i partecipanti stavano guardando le foto, gli sperimentatori hanno prodotto un suono inaspettato e forte e misurato la reazione dei soggetti allo stimolo attraverso degli elettrodi posti sulle guance. 

I risultati hanno mostrato che gli individui che soffrivano di burnout avevano avuto più difficoltà a sopprimere le loro reazioni al suono forte. In altre parole, le persone già stressate hanno maggiori difficoltà ad affrontare nuovi fattori di stress

I ricercatori hanno anche effettuato la scansione del cervello dei partecipanti mentre erano seduti in silenzio ed hanno scoperto che l'amigdala, una parte dell’encefalo associata con la paura e l'aggressività, era più grande tra i soggetti del gruppo di burnout. I partecipanti più stressati mostravano anche forti connessioni tra l’amigdala e le aree del cervello collegate allo stress emotivo.

Per quanto concerne il motivo per cui le persone con burnout avevano maggiori difficoltà a regolare le loro emozioni, le scansioni del cervello hanno rivelato che avevano connessioni più deboli tra l'amigdala e la corteccia prefrontale mediale, una zona del cervello associata con le funzioni esecutive, vale a dire con le funzioni cerebrali deputate al controllo e alla pianificazione del comportamento

Questi risultati hanno implicazioni significative per il benessere dei lavoratori con burnout. I ricercatori affermano infatti che la difficoltà a sopprimere le emozioni negative potrebbe renderli più vulnerabili ai sintomi della depressione

Fortunatamente, esistono dei metodi per gestire lo stress professionale prima che questo crei problemi più gravi. L’esperta di stress Kathleen Hall promuove per esempio negli Stati Uniti il sistema ACE (acronimo di Awareness-Choice-Experience; in italiano: Consapevolezza-Scelta-Esperienza), un programma terapeutico che comporta la presa di consapevolezza dei propri attivatori di stress, la scelta di uno di questi al fine di intervenire e alleviare la tensione e quindi lo sperimentare la cura di sé.  

Questo è solo uno dei diversi programmi che hanno origine dai risultati scientifici e che sono strutturati in un corso individuale o di gruppo che il lavoratore può seguire come intervento di cura o di prevenzione del burnout, attraverso la guida di uno Psicologo esperto in tecniche di gestione dello stress. 

Hall suggerisce inoltre al lavoratore a rischio di burnout di parlare con il proprio supervisore in merito alla questione, poiché la maggior parte dei responsabili di risorse umane è ormai ben consapevole che lo stress lavoro-correlato può compromettere le prestazioni dell’intera azienda nel lungo periodo e conseguentemente è disponibile ad individuare soluzioni per contenerlo. 


Per saperne di più…

http://ki.se/start
Golkar, A., Johansson, E., Kasahara, M., Osika, W., Perski, A., & Savic, I. (2014). The influence of work-related chronic stress on the regulation of emotion and on functional connectivity in the brain. PloS one, 9(9), e104550.

Da quasi una decina d'anni mi occupo di stress lavoro correlato - sia in termini di prevenzione che di intervento - attraverso la conduzione di corsi di rilassamento e di gestione dello stress, di gruppo o individuali.   

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